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Previste modifiche al Piano Transizione 4.0. Ecco i dettagli

Previste modifiche al Piano Transizione 4.0. Ecco i dettagli

Avevamo parlato del nuovo Piano Transizione 4.0, che era stato poi approvato dalla Legge di Bilancio 2021; dall’approvazione è passato poco tempo, ma sono già previste delle modifiche al Piano Transizione 4.0, dovute all’esigenza di rimodulare le spese a carico del Recovery Plan definite da un “decreto scostamento”.

La Commissione Europea chiede infatti per il Recovery Plan interventi legati alla svolta digitale dell’industria: per questo la prossima revisione dei crediti d’imposta, nell’ottica di agevolare gli investimenti per la digitalizzazione dell’impresa e non, in generale, per la sua innovazione tecnologica.

Questo significa che ci saranno meno agevolazioni per i beni strumentali tradizionali (ex superammortamento) in virtù di quelle dedicate ai beni funzionali alla digitalizzazione dell’impresa (ex iperammortamento).

Inoltre, l’ex superammortamento esce dal perimetro delle coperture europee e, per il solo 2021, sarà finanziato da risorse statali. Anche le maggiorazioni allo studio per i beni digitali dovrebbero essere finanziate con coperture alternative a quelle targate Recovery Fund.

Quando saranno attive le modifiche sul nuovo Piano Transizione 4.0

Le modifiche dovrebbero entrare nel prossimo decreto legge con le misure per le imprese che il governo varerà verso la fine di gennaio dopo il via libera del Parlamento a un nuovo scostamento di bilancio.

Le modifiche potrebbero entrare direttamente oppure in sede di conversione in legge del decreto e in quest’ultimo caso per l’entrata in vigore si arriverebbe a marzo-aprile.

Retroattività del nuovo Piano Transizione 4.0

In ogni caso è importante specificare che le maggiorazioni per l’acquisto di beni digitali saranno comunque retroattive, scatteranno cioè per investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020, com’era previsto già dalla prima versione del nuovo Piano Transizione 4.0.

Modifiche al Piano Transizione 4.0. Ecco i dettagli

Andiamo a vedere nei dettagli le modifiche al piano Transizione 4.0 che sono state previste.

Per quanto riguarda l’ex superammortamento per i beni strumentali tradizionali, questo sarà in vigore solo per il 2021 e non anche per il 2022 con un credito d’imposta del 10% nel limite massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni. Per tutte le imprese, e non solo le Pmi, sarà possibile fruire del credito d’imposta in un’unica quota annuale nel 2021.

Il credito d’imposta per i beni strumentali materiali digitali (ex iperammortamento) vedrà confermata la maggiorazione al 50% anche nel 2022, e non solo per il 2021, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni (fruizione del credito in tre quote).

Per i beni strumentali immateriali 4.0, principalmente i software, l’aliquota salirà al 25% dal 20% previsto dalla manovra (per il 2021 e 2022, con fruizione in tre quote). Cambierà anche l’agevolazione per i software di base, non 4.0, che salirà dal 10 al 15% al pari dei dispositivi per lo smart working, sia per il 2021 sia per il 2022 con massimale a 1 milione di euro.

Modifiche riguarderanno anche il credito di imposta per investimenti R&S e innovazione. Il credito d’imposta per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale passerà dal 20 al 25% con tetto a 4 milioni; per innovazione tecnologica finalizzata alla digitalizzazione 4.0 o alla transizione ecologica si salirà dal 15 al 20% con limite a 2 milioni.

Infine, con il “decreto scostamento” potrebbero arrivare anche gli attesi chiarimenti sul perimetro di applicazione del nuovo regime rispetto a quello della manovra 2020.

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